Ronaldinho ha deciso di dire ufficialmente basta alla sua carriera di professionista. A 37 anni il ritiro, dopo più di vent’anni dando spettacolo tra il Brasile e l’Europa. Il fratello Roberto lo ha annunciato a O Globo, promettendo fuochi d’artificio per la partita d’addio: “E’ finita, ha smesso. Faremo qualcosa di grande e bello dopo la Coppa del Mondo in Russia, probabilmente ad agosto. Faremo alcuni eventi in Brasile, Europa, Asia. Sicuramente faremo una partita con una selezione del Brasile“.
Carriera da sogno
Gli inizi al Gremio a cavallo del nuovo millennio, poi l’esordio in Europa con il Paris Saint-Germain. Dal 2003 in poi nulla è stato più lo stesso: il trasferimento al Barcellona ha costruito l’immagine di uno dei maggiori idoli della storia del calcio.

In blaugrana era il numero 10, quando Leo Messi non era altro che un ragazzino alle prime armi. Il brasiliano ha sempre giocato con la palla e col sorriso, i due elementi che hanno sempre accompagnato il suo immenso talento. Ronaldinho è ricordato ovviamente anche in Italia: le magie con la maglia del Milan non sono state dimenticate. La sua carriera si avviava già verso una fase calante, ma la classe è immortale. Un Mondiale vinto con il Brasile ed un Pallone d’Oro conquistato sono soltanto alcuni dei trofei messi in bacheca, oltre alla Champions League, alla Copa Libertadores e a numerosi campionati nazionali.
Sfida impossibile
I migliori marchi sportivi del mondo se lo sono contesi per anni. Lo spot della Nike in cui Gaucho colpiva quattro volte di seguito la traversa è storia. Qualcuno ha detto che fosse soltanto una bufala, altri hanno mantenuto la fiducia in Ronaldinho. Tutto è possibile per lui, anche una sfida impossibile come questa.