Ecco perché il top player prende pochi cartellini: ha un dossier sugli arbitri

A dispetto del suo ruolo, un top player ha raccolto in carriera pochi cartellini: il segreto è un dossier sugli arbitri

“L’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite”. Una delle massime più celebri in ambito cestistico, facente riferimento alla NBA, può tranquillamente essere presa in prestito anche per quanto riguarda il mondo del calcio. Il rendimento meno appariscente dei giocatori deputati a proteggere la porta può spesso fare la differenza.

Ecco perché il top player prende pochi cartellini: ha un dossier sugli arbitri
Arbitri © LaPresse

Ci sono ruoli più oscuri, come sappiamo, che si esaltano non per un gol, un assist o una giocata pregevole, ma per il sacrificio, chiusure all’ultimo momento, sportellate di vario genere. Difensori e centrocampisti, in particolare, devono fare di tutto per contrastare gli avversari e per questo motivo, spesso, possono essere soggetti a ricevere cartellini, gialli e rossi, piuttosto pesanti. C’è un giocatore, su tutti, che è diventato famoso per aver ricevuto, complessivamente, poche ammonizioni in carriera per quello che è il suo ruolo. Il suo ‘segreto’ è stato svelato dalla stampa.

Casemiro, poche volte nell’elenco dei cattivi: studia gli arbitri prima di entrare in campo

Ecco perché il top player prende pochi cartellini: ha un dossier sugli arbitri
Casemiro © LaPresse

Il ‘Telegraph’ in questi giorni si è occupato di analizzare il rendimento in campo di Casemiro, appena sbarcato al Manchester United dal Real Madrid. Il frangiflutti brasiliano ha statistiche, in termini di ‘fedina penale’ in campo, che sorprendono. 458 gare disputate in carriera con 129 ammonizioni totali, un numero non molto elevato, anzi, per il suo ruolo, con soltanto due espulsioni. Il tutto, si spiega con l’approccio estremamente metodico del giocatore verdeoro. Prima di ogni gara, infatti, si procura tramite il suo staff un dossier molto dettagliato sull’arbitro del match. Cercando di capirne la reputazione, lo stile con cui preferisce dirigere la gara, il modo in cui vuole essere chiamato quando è a colloquio con i giocatori. Tutto finalizzato a capire come comportarsi in campo, come gestire l’irruenza nei contrasti, uniformarsi al ‘metro’ del direttore di gara, dialogare con lui al meglio. Non a caso, anche nelle partite internazionali, Casemiro parla bene l’inglese, per non farsi trovare impreparato. La cosa, evidentemente, lo ha aiutato a ridurre le sanzioni disciplinari per non mettere in difficoltà la sua squadra.