Il centrocampista tedesco, ex bandiera del Bayern, ha detto la sua a seguito dell’operazione di esonero dell’ormai vecchio responsabile tecnico dei bavaresi, Julian Nagelsmann
Ci sono situazioni nel mondo del calcio che sono imprevedibili. Esattamente come è accaduto nella Bundesliga tedesca, a seguito di qualche risultato insoddisfacente maturato nel corso delle ultime uscite stagionali da parte del Bayern Monaco fino all’esonero di Nagelsmann.
La dirigenza bavarese, nella persona di Oliver Kahn attuale amministratore delegato del club, ha infatti deciso di esonerare con effetto immediato il giovane allenatore che fino a quel momento aveva trascinato il Bayern ai quarti di finale di Champions League senza grosse difficoltà. Una scelta sorprendente, per molti addetti ai lavori. Tanto che ancora oggi, a distanza di qualche gioco dall’immissione di Thomas Tuchel nel ruolo di responsabile tecnico della Prima Squadra, fa molto discutere. E non soltanto tra le file dei tifosi appassionati, fedeli all’ex. Ma anche tra chi, come Toni Kroos, è sempre stato legato ai valori di lealtà che il suo vecchio club aveva elevato.
Nel corso della puntata podcast di ‘Eich Mal Lupen‘, condivisa assieme al fratello Felix, il centrocampista del Real Madrid non si è voluto trattenere nel mostrare il proprio disappunto sulla cattiva gestione della questione da parte del Bayern Monaco. Un comportamento, a suo dire, totalmente ingiusto: “Non mi sarei mai aspettato una decisione simile da parte loro, hanno fatto esattamente l’opposto di ciò che avevano promesso. Dicevano che lo avrebbero sostenuto in un progetto a lungo termine, poi è successo questo. Non credo sia normale“, ha ammesso duramente Kroos.
“La modalità d’azione della dirigenza del Bayern non è stata positiva“, ha poi aggiunto il calciatore rivolgendosi probabilmente a Kahn. E non è un caso che a distanza di tanti anni dalla sua uscita di scena, il centrocampista si stia ancora oggi togliendo qualche sassolino dalla scarpa. Nel 2014, infatti, la sua cessione in Spagna era stata agevolata anche da una serie di malumori e malcontenti nati nell’ambiente, tra lui e la dirigenza, in relazione alla proposta di rinnovo di contratto che gli venne mossa prima di accasarsi al Real Madrid. Una storia che si ripete, ma con protagonisti diversi e per motivazioni diverse.
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