L’allenatore della Lazio, Maurizio Sarri, è veramente arrabbiato e non lo nasconde: le esternazioni davanti le telecamere
Per ragioni di matematica, al momento è la sua Lazio, la squadra che più preoccupa il Napoli che è in cima alla classifica. Maurizio Sarri, che i partenopei li ha allenati e ci ha anche sfiorato uno scudetto, sta facendo più del previsto al suo secondo anno biancoceleste, ed anche se per adesso la distanza è ancora di sedici punti, non si può dire che la società non possa essere soddisfatta da lui. Il tecnico cresciuto a Figline Valdarno, potrebbe riuscire a portare la Lazio di nuovo in Champions League.
Per farlo, dovrà continuare a vincere e forse, anche a pretendere ancora qualcosa da una squadra che comunque gli sta dando il massimo. Forse però è per questo che anche dopo l’ultimo successo, Sarri ha detto che una cosa non lo soddisfaceva ancora. Ma questo è anche un po’ il gioco delle parti, l’allenatore non si dice contento al cento per cento, per tenere sempre i suoi sul pezzo.
La Serie A si ferma e Maurizio Sarri parla di qualità
Proprio in questa settimana però, è anche da dire, non ce n’è bisogno, visto che i calciatori della sua squadra sanno benissimo che tipo di gara andranno ad affrontare nel sabato che precede la Pasqua. In uno scontro per i posti europei del campionato, la Lazio ospiterà un’altra ex squadra del Comandante: la Juventus. C’è comunque da dire anche un’altra cosa e cioè che proprio Sarri, ha anche da ridire su una cosa che lo ha fatto molto irritare. Ma i suoi ragazzi non c’entrano.
Prima dell’incontro che poi i suoi Aquilotti hanno vinto contro il Monza in una trasferta non facile, l’allenatore ha ovviamente detto la sua su molti argomenti in conferenza stampa. A tanti tecnici, non piacciono le soste per le gare nazionali che spezzano il campionato e proprio lui lo ha fatto capire a chiare lettere, spiegando: “Cosa ne penso? Ho visto solo Kosovo-Andorra per 10 minuti solo perché stavo cambiando canale. Ho visto 22 giocatori tutti in area”.
Ma Maurizio Sarri, si sa, non è uno che le manda a dire e poco più tardi usa parole dirette, per far capire tutto il suo dissenso: “Il calendario è folle, e ho sentito dire pure che vogliono aumentare le partite. Così la qualità va a pu***ne. Per ogni partita delle nazionali ci sono 5-6 assenti per infortunio. Se il calcio si fa trattare solo come un business, tra dieci anni non ci sarà più niente: in tv ci sono spettacoli più interessanti”, ha concluso l’allenatore.