Luciano Ligabue ha svelato un incredibile retroscena sulla sua carriera: il rocker di Correggio avrebbe potuto vivere davvero una vita da mediano, ma le cose sono andate diversamente
Da anni Luciano Ligabue riempie gli stadi di tutta Italia. C’è stato un momento della sua vita in cui, però, ha sperato per un attimo che in quegli stessi stadi potesse essere acclamato per le sue gesta in campo, e non su un palco. Che il rocker di Correggio sia un grande appassionato di sport, e in particolare di calcio, e che abbia anche una fervente fede interista, non è una sorpresa. Nessuno però si sarebbe mai aspettato che quella passione lo stesse portando, quand’era giovane, su una strada completamente diversa da quella poi intrapresa.
Proprio lui che ha cantato uno dei brani ispirati al calcio più conosciuti e amati di tutti i tempi, Una vita da mediano, avrebbe potuto effettivamente diventare una star del mondo del calcio, e non solo come tifoso. A quanto pare aveva le qualità per poter impressionare anche con un pallone al piede.
Certo, viste come sono andate dopo le cose, parlare di rimpianto sarebbe troppo. Ligabue ha realizzato praticamente tutti i suoi sogni, tra palco e realtà, e ha potuto ballare sul mondo grazie alle sue canzoni, inni immortali che ancora oggi risuonano anche all’interno degli stadi italiani, e non solo durante le partite della sua Inter. Tuttavia, c’è stato un breve attimo in cui ha sperato di poter realizzare un altro suo sogno, ed è stato a un passo dal vestire una maglia importantissima.
Liga calciatore mancato: la confessione del rocker
La passione per il calcio lo ha contagiato da ragazzo. Il rocker ha giocato per anni a livello amatoriale, con gli amici, e a quanto pare aveva anche un discreto talento. Non era tecnicamente sopraffino, ma aveva una grinta da vera rockstar, un’energia da vendere, in grado di catturare addirittura l’interesse degli osservatori di una prestigiosa squadra di Serie A.
A confessarlo è stato lo stesso Liga, svelando il corteggiamento che aveva ricevuto da ragazzo dal Parma: “Ci fu un momento in cui mi volevano Parma e Cagliari. Chiesero a mio padre e lui di risposta volle sapere in cosa consisteva tutto questo“. L’uomo voleva vederci chiaro, e quando gli dissero che lo avrebbero portato in collegio, decise di negare quest’opportunità al figlio, convinto che la sua strada fosse un’altra.
Un rifiuto che, in fin dei conti, fu digerito serenamente dallo stesso Luciano: “Ne fui contento perché non mi sentivo davvero un calciatore“. E, a posteriori, possiamo dire che aveva assolutamente ragione. La vita gli ha infatti riservato una straordinaria carriera da musicista, lasciando agli altri il compito di correre dietro un pallone e di portare la sua squadra alla vittoria. Tanto, alla fine, San Siro lo ha comunque conquistato, e mettendo d’accordo, tra l’altro, interisti, milanisti e anche juventini. Meglio di così non sarebbe potuta andare.