Dal lavoro dei sogni all’incubo il passo è breve. Un dipendente Konami dovrà dire addio all’azienda e forse non solo, dopo l’attacco al capo è arrivata l’accusa di tentato omicidio
Il Giappone è terra che ha sempre avuto un elevato livello di fascino, facendo presa tantissimo su noi occidentali per particolarità di tradizioni e cultura.
Non solo, proprio dal Sol Levante arrivano tanti brand amatissimi dalle nostre parti. Basti pensare che una buona fetta di videogiochi su cui consumiamo ore arriva da brand che trovano proprio laggiù le loro radici. Konami è una delle aziende che più ha fatto breccia nel cuore degli appassionati e quindi ogni volta che c’è una novità da parte dell’azienda fa rumore. Stavolta però lo scalpore creato non è di quelli piacevoli.
Come sempre c’è da usare i piedi di piombo, perché si parla di cronaca. C’è in più sempre la difficoltà ulteriore data dalle traduzioni da una lingua, completamente diversa, come il giapponese all’inglese o all’italiano. Tant’è che Konami non ha ancora voluto confermare l’accaduto, ma la gravità della situazione ha subito portato siti importanti come Eurogamer.net a rilanciare i fatti. Stiamo parlando di un’accusa di tentato omicidio: un dipendente infatti avrebbe colpito uno dei suoi capi direttamente con un estintore, come faremmo noi in un classico “picchiaduro” o action.
Konami, accusa shock: cosa succede
La ricostruzione non è semplice, ma, stando a quanto è stato possibile raccogliere, un dipendente Konami di 41 anni avrebbe colpito il proprio capo con un estintore in pieno orario di lavoro. Un colpo alla testa, poi l’arrivo dei colleghi che hanno bloccato la furia della persona fino all’arrivo della polizia. Se l’episodio dovesse essere accertato le conseguenze sarebbero gravissime visto che parliamo di un’accusa di tentato omicidio. Perché questa esplosione di rabbia però? Sicuramente le radici dell’accaduto sono ben più profonde di quanto si possa pensare soffermandosi solo superficialmente sul caso.