Decisione clamorosa. Paura e ansia per il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis: tensione alle stelle nel capoluogo partenopeo
Il Napoli di Luciano Spalletti, dominatore in Serie A, è tornato in campo dopo la sconfitta di misura nel match d’andata dei quarti di finale di Champions League contro il Milan.
La testa degli azzurri torna subito sul return match dell’euro-derby per regalare un’altra serata memorabile al popolo azzurro. Tifosi che, come è noto, in barba alla proverbiale scaramanzia partenopea, hanno già da tempo tappezzato la città di striscioni, bandiere e cartonati per omaggiare gli eroi del terzo scudetto della storia del calcio Napoli per il quale siamo manca sempre meno alla sua aritmetica certezza.
Atmosfera elettrizzante nella città adagiata ai piedi del Vesuvio, con i tifosi azzurri che si stanno godendo la lunga volata in vista dell’agognato traguardo del tricolore, atteso per ben 33 anni, tra preparativi per la grande festa e omaggi ai prossimi campioni d’Italia, con la loro fantasia che non conosce limiti nell’ideare nuovi modi per celebrare i loro idoli, campioni d’Italia in pectore.
Se questi giorni di trepidante attesa che li separa dal loro D-Day, il momento in cui potranno finalmente liberare la tutta la loro gioia, per i tifosi sono forse i più belli, per il patron e Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, al contrario, sono giorni di ansia e paura.
Infatti, al produttore cinematografico, su decisione della Prefettura del capoluogo campano, è stata assegnata la scorta in seguito all’acuirsi delle tensioni con una frangia del tifo ultras. Nel match di campionato contro il Milan, con i rossoneri che si sono imposti per 4-0, è andata in scena la protesta dei tifosi (sono rimasti in silenzio) contro gli esorbitanti prezzi dei biglietti per il match di Champions League contro il Milan e contro la rigida applicazione del regolamento d’uso del “Maradona” che vieta l’introduzione di striscioni, bandiere, trombe, ecc. nell’ex “San Paolo”.
Una situazione davvero surreale, con un popolo che non sta più nella pelle per l’attesa di un sogno accarezzato per tanti anni, andato in frantumi in un “albergo di Firenze” nel 2o18 e che ora sta diventando realtà e una frazione del tifo organizzato che fa la guerra al patron e Presidente, Aurelio De Laurentiis, di una società che sta riscrivendo la storia del calcio partenopeo.
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