Roma, Inter e Juve: la stoccata non piace ai tifosi, cosa cambia dal prossimo anno

La crisi economica spesso ricade sull’ultimo anello della catena. I veri affezionati di calcio l’anno prossimo avranno una brutta sorpresa

Dal 2019 ad oggi per il sistema produttivo non c’è mai stata tregua. Il primo disastro ha avuto il volto del Covid, con l’economia di fatto “stoppata” dal contagio che per almeno un anno ha blindato alcuni paesi, come accaduto in Italia con il lockdown di marzo 2020. Ma il virus non è stato l’unico nemico degli imprenditori.

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Spinazzola e Cuadrado in Roma-Juventus (LaPresse) – fuorigioco.calciomercato.it

Dal 24 febbraio 2022 l’intero universo, chi più chi meno, dipende dalle sorti dell’invasione russa in Ucraina. Il conflitto scatenato da Vladimir Putin, si pensi solo all’effetto sul grano piuttosto che sulle risorse energetiche, ha messo in ginocchio diversi settori economici. Il calcio non fa eccezione.

Ad alimentare il circo del pallone ci sono, indiscutibilmente i tifosi. Quest’ultimi, per seguire i propri beniamini, si accollano spese già significative. In questo “balzello” del cuore rientrano gli abbonamenti allo stadio, quelli alle pay tv, per non parlare di chi segue la squadra anche in trasferta. Sempre di più, anche in Italia, il marketing legato alle divise ufficiali è cresciuto.

Arriva la batosta per gli affezionati: aumento boom per le maglie “replica”

Secondo il sito specializzato youmark.it, la vendita delle maglie nel 2022 ha prodotto un fatturato di circa 6 milioni di euro, di cui 4,5 attribuibili a Milan, Inter, Napoli, Roma e Juventus. Guidano la speciale classifica i rossoneri con 2.722.440. Proprio il listino prezzi delle divise, annuncia calcioefinanza.com, da gioco sta per subire un aumento molto consistente.

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Di Maria con la maglia Adidas della Juve (LaPresse) – fuorigioco.calciomercato.it

Secondo quanto scrive il sito specializzato Footy Headlines, le maglie dei nostri beniamini costeranno ancora di più, toccando cifre che per una singola uniforme potrebbero rappresentare il 10% del compenso mensile di un lavoratore medio. Nello specifico, i tre colossi dell’abbigliamento sportivo, Adidas, Nike e Puma, ritoccheranno il litino prezzi sia delle maglie “Authentic”, sia delle cosiddette “Repliche”.

Le uniformi di secondo rango, infatti, dovrebbero costare fino all’11% in più. Per Nike e Puma si parla di + 5,6% (da 90 a 95 euro), mentre per il brand tedesco si cresce dell’11,1%, con le maglie che costeranno quasi 100 euro l’una (anche la Roma l’anno prossimo vestirà Adidas, ndr).

Passando al top, ovvero alle t-shirt “Authentic” , le Adidas passeranno da 140 a 160 euro (+14,3%). Per le divise col baffo basteranno solo 150 euro , 10 euro in meno per la Puma. Aumenti simili saranno registrati anche negli Usa e nel Regno Unito, confermando purtroppo un trend già osservato nell’ultimo  triennio, figlio, come detto, sia della Pandemia sia del conflitto di Kiev.