La leggenda del calcio ucraino, molto attivo sul fronte politico dopo lo scoppio della guerra, è stato investito di un nuovo ruolo
Dal campo, dove ha strabiliato il mondo con le sue giocate e i suoi gol, alla panchina. Dove finora nella sua pur giovanissima carriera di allenatore non ha raccolto grandi successi, per usare un eufemismo. E ancora, ed è notizia recentissima, dalla panchina alla scrivania istituzionale, per un ruolo la cui importanza trascende il gioco del calcio. Che è e resta il suo principale campo d’azione, che però ora dovrà essere accantonato in attesa di tempi migliori.
La storia di Andriy Shevchenko è quella di un uomo che, già attivo per il bene e lo sviluppo del suo paese in tempo di pace, è diventato un vero e proprio attivista da quando, ormai 19 mesi fa, la sua Ucraina è stata messa a ferro e fuoco dall’invasione della Russia di Putin.
Dapprima impegnato in miriade di iniziative volte a consentire ai giovani, pur sotto il pericolo di bombardamenti, di coltivare la passione per gli sport, non solo per il calcio, l’ex Pallone d’Oro è ora andato oltre. Personalità tra le più importanti della sua nazione, considerato una sorta di eroe nazionale, Sheva non poteva non farsi coinvolgere ancor più direttamente nel dramma del suo popolo. Gli organi ucraini di informazione hanno battuto una notizia diventata ufficiale. La politica ha bisogno dell’ex attaccante del Milan. Che ovviamente ha risposto ‘presente‘.
Zelensky chiama Shevchenko: l’ex bomber non si tira indietro
Di ritorno dagli Stati Uniti in cui ha parlato all’Assemblea dell’Onu, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha preso un’iniziativa che la dice lunga sulla volontà di continuare a lottare per la pace e la libertà. Come da decreto presidenziale pubblicato sulla gazzetta ufficiale del paese, il numero uno ucraino ha nominato Andriy Shevchenko suo consigliere indipendente.
Con questa mossa Zelensky vuole giustamente sfruttare la grande notorietà di Sheva, cittadino del mondo in un certo qual senso, per aiutare la patria, ancora sotto attacco. Per chi pensava che fosse tornata l’ora di un nuovo incarico dell’ex attaccante rossonero su una panchina, è il momento della sorpresa.
Questioni ben più importanti affollano ora la testa dell’ex calciatore. Che tuttavia, come recentemente dichiarato al Corriere della Sera, non ha affatto abbandonato l’idea di allenare. Prima c’è però da risolvere un piccolissima cosa chiamata guerra. Trasformando lo scenario attuale in una pace che possa consentire al suo popolo di tornare a godere delle stesse sacrosante libertà esperite fino a febbraio del 2022.