Dopo tante indiscrezioni, è adesso ufficiale, ai Mondiali 2030 cambia tutto: ecco le novità del torneo del Centenario.
Finalmente è arrivata l’ufficialità. Dopo mesi e mesi di indiscrezioni, la Fifa ha sciolto le riserve. In attesa di vivere le emozioni dei Mondiali 2026 in Canada, Stati Uniti e Messico, sono state rese note le nazioni che avranno l’onore di ospitare i Mondiali 2030, un’edizione particolarmente prestigiosa della Coppa del Mondo.
Tra sette anni la più importante, storica e blasonata manifestazione calcistica celebrerà infatti i 100 anni. Un secolo di vita che ha portato la Fifa a trasformare quest’edizione in qualcosa di unico, di mai visto prima, di molto particolare. Una decisione affascinante, sulla carta, ma che con tutta probabilità darà vita a nuove polemiche.
A lungo si è parlato di un’ipotesi Arabia Saudita per i Mondiali 2030. Una location suggestiva che avrebbe riportato la manifestazione nella penisola araba a ‘soli’ otto anni di distanza dall’edizione qatariota che tanto ha fatto discutere. Questa ipotesi è però saltata, con immediata candidatura da parte di Riad per il 2034.
A prevalere è stata invece ancora una volta l’unione di tre paesi. Un’unione particolare che permetterà alla Coppa del Mondo per la prima volta di dividersi tra Europa e Africa. Il Consiglio della Fifa e il presidente Gianni Infantino hanno infatti scelto di far disputare i Mondiali 2030 in Marocco, Spagna e Portogallo. Ma con una piccola grande novità che non si era mai verificata prima.
Mondiali 2030, non solo Marocco, Spagna e Portogallo: dove si giocheranno
L’edizione del Centenario della Coppa del Mondo merita di essere celebrata come si deve. Per questo motivo la Fifa ha deciso di onorare anche il Sudamerica, il continente che per primo ha avuto l’onore di ospitare i Mondiali nel lontano 1930. La cerimonia inaugurale, e contestualmente la prima partita, dei Mondiali 2030 si svolgerà quindi a Montevideo, nella città che ha ospitato la prima storica Coppa del Mondo.
Ma non finisce qui. Oltre all’Uruguay, anche Argentina e Paraguay avranno l’onore di ospitare una partita della prima fase a testa, per rendere ancora più inclusiva la festa del Centenario. Una decisione motivata dalla Fifa con la volontà di mandare “un messaggio di pace, tolleranza e inclusione“, grazie al coinvolgimento di sei paesi e tre continenti diversi. Anche se la sensazione è che non mancheranno le grandi polemiche.
La scelta di sedi così distanti tra loro comporterà, infatti, inevitabilmente una serie di viaggi intercontinentali che potrebbero ovviamente minare la salute dei giocatori e rendere meno omogenea la competizione tra le squadre ‘costrette’ a giocare anche in Sudamerica e quelle che invece potranno muoversi solo tra Europa e Africa.