In casa bianconera è già tempo di distribuire le responsabilità di un inizio stagione e un momento storico di grande difficoltà
La Juve perde la prima partita della sua stagione, in casa di un Como sempre difficile da affrontare. Ma se il ko è stata una novità assoluta, non lo è stata la prestazione ancora una volta deludente della squadra di Tudor. E soprattutto i bianconeri non vincono da addirittura sei partite: dopo il successo con l’Inter a metà settempre cinque pareggi e appunto la sconfitta di ieri. Quasi un mese e mezzo di digiuno che ha già allontanato la vetta di 4 punti.
Nulla di irreparabile, ci mancherebbe, ma quello che si è visto in campo è ad esempio lontanissimo da quanto ha mostrato invece l’Inter. E la situazione anche fuori dal campo è piuttosto tesa: Tudor – come vi abbiamo raccontato – è a rischio e con Damien Comolli ora è gelo. Su ‘Il Giornale’ Tony Damascelli si è soffermato proprio sulla questione dirigenza: “La prima sconfitta in campionato della Juventus può sorprendere chi non ha ancora capito la reale dimensione della squadra, i limiti non soltanto tecnici ma di personalità, di carattere. Tudor non è il solo colpevole, non lo sono nemmeno totalmente i suoi giocatori, è invece evidente la bassa qualità dei dirigenti scelti da Elkann”.
All’indomani del brutto ko in casa del Como di Fabregas, con cui c’è stato pure un battibecco a distanza in conferenza, Tony Damascelli sottolinea la scarsa caratura – a suo avviso – dei dirigenti della Juventus. “Personaggi di margine, senza peso all’interno dello spogliatoio. Damien Comolli si porta sempre appresso in tribuna la moglie (mai accaduto in precedenza nella storia dei vertici juventini), ma è assente nel momento critico, quando è doveroso esporsi per tenere compatto il gruppo”, scrive.
“Ma ciò – continua – è in linea con l’ignoranza, di cultura calcistica e bianconera intendo, del dopo Agnelli, Gianni e Umberto e, in parte Andrea prima del suo crollo. Chi sogna Del Piero, Platini o Chiellini presidente, ignora che a Elkann certe figure farebbero ombra, restano fantasie di tifosi e cronisti. Nessuno si vuole rendere conto che si è conclusa l’era della Juventus che tutti conoscevano. Debiti, perdite, guai giudiziari, cambi di gestione contabile e tecnica, denunciano la fine di una storia”.
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