Caso scommesse Serie A, la squalifica non basta: si indaga per truffa

Il caso di Okoye, nonostante la squalifica già scontata, non è ancora chiuso e si continua a indagare

L’ultimo turno di campionato ha visto il ritorno in campo di Maduka Okoye dopo la squalifica per la questione scommesse. Il giocatore della nazionale nigeriana ha scontato la pena di due mesi che lo ha costretto a saltare le prime sei giornate di campionato e contro la Cremonese è tornato a difendere i pali della squadra di Runjaic, al posto di Sava che lo aveva sostituito. Ma la vicenda non è ancora chiusa qui.

La Procura di Udine infatti ha deciso di non archiviare il caso che coinvolge Okoye e altre tre persone. La pm Caterina Pace ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio per truffa aggravata, con la prima udienza predibattimentale fissata per il 13 maggio 2026. Come si legge su ‘Calcio e Finanza’, l’indagine si concentra su un flusso anomalo di scommesse sul match tra Lazio e Udinese dell’11 marzo 2024, in cui proprio Okoye è stato ammonito al 63′ per perdita di tempo. Il cartellino giallo, che era quotato a 8, avrebbe infatti generato vincite complessive per oltre 120mila euro. Quasi tutte nella provincia di Udine.

Caso Okoye, la ricostruzione della vicenda scommesse

Secondo la Procura, Okoye avrebbe incontrato alcuni giorni prima un imprenditore friulano nella sua pizzeria, raggiungendo quindi un accordo. Il locale era frequentato abitualmente dal portiere dell’Udinese e nello stesso ambiente altri due imprenditori – venuti a conoscenza di questo accordo – ne avrebbero approfittato scommettendo anche loro. In questo caso la società Snaitech sarebbe la parte offesa.

La ricostruzione degli inquirenti racconta che lo stesso proprietario della pizzeria avrebbe puntato in più ricevitorie della zona, oltre alle piattaforme online, vincendo più di 18mila euro. Le altre due persone indagate invece avrebbero ricavato 4mila euro uno e 6200 euro l’altro.